Nella chiesa di oggi non riesco a capire bene una cosa: si dice tanto che la liturgia che si celebra oggi è animata da canti nuovi (versus quelli tradizionali). Ora, quando io entro in qualche chiesa, in qualche parrocchia, mi sembra invece che questi cosiddetti canti nuovi sono canti che praticamente sono stati composti da almeno più di cinquant’anni. E non sono neanche capolavori…
Io veramente non riesco a capire quale sia questa grande novità visto che il repertorio di canti in lingua italiana rimane da oramai molti decenni sempre lo stesso. Quindi, sembra che coloro che cercano di rinnovare il repertorio dei canti anche rifacendosi ad alcune fonti della tradizione sono in realtà più avanti di coloro che si sentono così innovativi perché ancora cantano gli stessi canti triti e ritriti. In molte parrocchie italiane stiamo ancora a livello di “noi canteremo gloria a te”, “te lodiamo trinità”, “dov’è carità e amore” e simili (i casi più fortunati…). Quindi cosa è stato tutto questo rinnovamento liturgico? Io certo non riesco a capirlo vedendo alcuni frutti.
Certo ci sono ancora molti problemi che non sono stati risolti; come si potrà risolvere questi problemi cercando di coniugare le esigenze della tradizione con un legittimo progresso? Certo questo è un problema enorme, un problema che ancora non lascia intravedere una buona soluzione.