Recensione di “Santa Muerte: I Sette Volti della Mietitrice”

Recensione di “Santa Muerte: I Sette Volti della Mietitrice” January 11, 2023

Circa quattro anni fa, all’inizio del mio percorso di devozione alla Santa Muerte, mi sentivo anche io, come molti altri novizi, sperduta e confusa. Non esistono guide spirituali, chiese, templi o società ufficiali che possano indirizzare i nuovi devoti. Questo risulta ancor più complicato per chi non risiede nei luoghi dove il culto della Santa Muerte è più preponderante, ovvero il Messico e alcune zone degli Stati Uniti o del Sudamerica. Per nostra fortuna, i libri si rivelano anche in questi casi alleati preziosi volti a soddisfare la nostra sete di conoscenza. La prima cosa che ho imparato, infatti, è che sul “fenomeno” Santa Muerte sono stati versati fiumi d’inchiostro. Nel dedalo sconfinato di grimori, pseudo-bibbie, testi che affrontano l’argomento da un punto di vista sociologico e articoli online più o meno di parte, il saggio accademico “Devoted to Death”, scritto dal dott. prof. R. Andrew Chesnut, è stato per me come il filo di Arianna, il fuoco ardente di un corpo celeste che, luccicando nel cielo notturno, guida il navigante verso il porto più sicuro. 

Quando venni a sapere dell’uscita della versione in lingua italiana di “Devoted to Death”, edita da Venexia Editrice, decisi di ordinare in libreria una copia per regalarla a un conoscente. Non ritenni opportuno acquistare un volume anche per me, in quanto possedevo già da anni il testo in lingua originale inglese. Tuttavia, quando mi recai in libreria e la commessa gentile mi porse quel libro, i miei sentimenti mutarono. Mi parve che, stretto tra le mie mani, quel libro avesse un palpito. Una copertina luminosa, elegante nella sua essenzialità grafica, morbida e piacevole al tatto come il petalo di un fiore. Il titolo recitava: “Santa Muerte. I sette volti della mietitrice”. All’interno di un tondino una piccola icona della Santa Muerte incoronata che ricordava le classiche raffigurazioni della Vergine di Guadalupe, contornata da rose rosse e su cui lievitava la scritta “Now and at the hour of our death”. Sfogliai con delicatezza qualche pagina. Buon odore di carta nuova, caratteri di stampa belli e chiari.  Chiesi subito alla libraia di prenotare un’altra copia. Lei stessa parve interessata all’argomento trattato, e mi fece qualche domanda alla quale cercai di rispondere meglio che potevo, esortando a leggere il libro del dott. Chesnut, il migliore sul fenomeno Santa Muerte in base alla mia esperienza. Così, quel giorno le nuove copie ordinate furono due: una per me, l’altra per lei. 

L’edizione italiana, oltre che gradevole esteticamente, è anche tradotta in maniera ineccepibile. Sono contenta di aver letto anche la versione originale, in modo da poter fare un raffronto più preciso con la traduzione in lingua italiana. E sono ancor più lieta di averle con me entrambe. 

“Santa Muerte. I sette volti della mietitrice” è senza alcun dubbio una una stella fissa che brilla per tutti, e alla quale tutti possono volgere lo sguardo per godere della sua luce benefica: è il testo perfetto per chi sta iniziando un percorso di devozione o per chi è semplicemente curioso, utile ai novizi tanto quanto ai fedeli più navigati, ottimo anche per chi desidera indagare il fenomeno da un punto di vista prettamente storico e sociale. 

Benché il dott. Andrew Chesnut non sia devoto alla Santa Muerte, in qualità di professore universitario di Storia delle Religioni e ricercatore di trentennale esperienza sul campo presso la Virginia Commonwealth University, ha scritto e pubblicato una pletora di articoli accademici e saggi di notevole spessore. “Santa Muerte. I sette volti della mietitrice” si presenta come un resoconto dettagliato e oggettivo sul culto della Santa Muerte come fenomeno religioso e sociale in via di espansione globale. 

L’onestà intellettuale dell’autore non è assolutamente da dare per scontata se si considera che la maggior parte dei testi e degli articoli in circolazione riguardanti la Santa Muerte sono scritti da credenti o da detrattori, e che quindi, sia nell’uno che nell’altro caso, prendono il loro posto all’interno di un piatto o dell’altro di un’unica bilancia; l’ago della bilancia in grado di tenere in equilibrio il tutto è proprio il saggio del dott. Chesnut, nel quale sono riportati con imparzialità gli aspetti luminosi e benefici del culto tanto quanto quelli più torbidi e oscuri, evitando accuratamente di scadere in generalizzazioni, schieramenti e giudizi superficiali. 

La scrittura, seppur chiara, scorrevole ed esaustiva, non lascia mai nulla al caso. Tutto è analizzato con dovizia di particolari, in profondità, fornendo una visione d’insieme a 360°. Nonostante ciò, non bisogna pensare che alla prosa sia stato dato un taglio freddo, impersonale e spassionato; al contrario, la voce dell’autore è sempre presente, è proprio lui ad accompagnarci in questo viaggio americano di ricerca spirituale, storica e sociale facendo spesso e volentieri ricorso ad aneddoti personali e momenti caratterizzati da commovente spirito di empatia. 

Non importa quali siano le vostre posizioni sull’argomento. E’ indubbio che la devozione verso la Santa Muerte sia in continua crescita, in suolo americano così come oltreoceano. Forse vi stupirà sapere che il culto sta prendendo sempre più piede in Europa a causa di motivazioni che affondano le loro radici nella storia della cultura europea. Ed è per questo e molto altro che vi esorto caldamente a leggere “Santa Muerte. I sette volti della mietitrice” di R. Andrew Chesnut. Sono certa che non ve ne pentirete. Dopotutto, la lettura è sempre un piacere…piacere che porta nuova conoscenza. 

 

Fede Edife

 

"I just finished a book that went into some detail on Santa Muerte. It didn't ..."

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